domenica 12 settembre 2010

P. Giovanni Vannucci....un GRANDISSIMO!...altri mondi lo chiamerebbero un ILLUMINATO, un BUDDHA

seguendo quello che dice Francesco io non chiamo i frati, i preti Padre, lo faccio solo con gli anziani perchè non capirebbero e per tenerezza verso di loro....ma mi viene un urto allo stomaco a dire la parola padre perchè pochi al mondo sono Padri....Giovanni Vannucci lo era, lo è al di là della sua morte terrena...gli voglio bene come se lo avessi conosciuto, ha "Parole di Vita" e se scrivo un secondo post oggi è per condividere questa meravigliosa, finale, completa omelia a cui aggiungere anche solo una virgola sarebbe una bestemmia...
tutto ciò cher è bello va condiviso....ho ancora da fare le pulizie dell'ostello ma scrivervi questo post è un piacere che non mi nego per cui...leggete e siate felici!

PORTARE L’AMORE1

La sala nuziale, dove sono chiamati gli affamati e gli assetati dell’Assoluto, quelli che si fanno piccoli nella grande mano di Dio, è la Sapienza dell’Amore; realtà sostanziale in Dio, onda di vita nuova nelle creature.

Quando la Sapienza dell’Amore è accolta dagli esseri puri e umili, non urtando più in nessun ostacolo, scorre come fiume di gioia e di riconciliazione; travolge tutte le divisioni che la piccola sapienza passionale ed egoista dell’uomo ha costruito.

Cosa sono le nostre separazioni tra giusti e peccatori, fedeli e infedeli, credenti e miscredenti, vicini e lontani, se non un prolungamento della nostra incapacità di veder in profondità la realtà dell’anima dell’uomo? Quante volte manca la Sapienza in chi crede di amare, e quante volte manca l’Amore in chi crede di avere la sapienza! Lo Spirito Santo, effuso nella Pentecoste, fonde ogni durezza del cuore e ogni limitatezza del sapere.

Beato l’uomo che si fa piccolo nella grande mano di Dio (cfr. 1 Pt 5, 6)! Che diviene il mezzo attraverso il quale l’ardente Amore e la Sapienza appassionata di Dio vengon comunicati alle creature! La forza luminosa di questi piccoli servi demolisce a una a una le opprimenti cabale dei devoti, le chiesole che prestano culto alle false immagini del Dio vero, per aprire il varco all’onda trionfante, per luce e potenza, del vero Amore e della vera Sapienza.

Non è giusto dare un’interpretazione pietistica alle due parabole contenute nel testo evangelico di Lc 15, 1-10: la pecorella smarrita e il pastore che lascia le altre al sicuro per correre a salvare la prima in pencolo; la donna che dimentica ogni altro suo impegno per cercare la moneta preziosa perduta. Il punto focale di queste parabole è lo slancio che spinge il pastore e la donna alla ricerca; perché la mancanza della pecorella nell’ovile, e della moneta nello scrigno, costituisce un vuoto di tristezza nella felicità di chi è al riparo e nella gioia.

Lo Spirito di Dio crea una vita nuova nell’uomo, superiore e differente dai trasalimenti devozionali del cuore; vita nuova che è composta di nobile apertura d’animo, di amore vigilante, di prontezza nell’intervenire perché la gioia di ogni essere e di tutti gli esseri sia perfetta.

Vita nuova che è nell’atteggiamento di Cristo commensale dei peccatori e degli estromessi dalla legalità morale ufficiale; nell’ardore del pastore e della donna, preoccupati soltanto di ritrovare ciò che si era perduto; nella gioia più grande che gli angeli del cielo fanno quando uno smarrito ritorna.

La creatura umana che possiede la coscienza interiore santificata dalla vivente presenza dello Spinto, che è accesa dalla sua ardente fiamma, è penetrata da una sensibilità di purezza infinita che la rende protesa con amore e dedizione a tutte le manifestazioni dell’essere. A ogni creatura dona, silenziosamente e opportunamente, amore e dedizione.

Allora la solitudine è sospesa, la disperazione abolita, l’angoscia distrutta, gli erranti trovano la via del ritorno, e la gioia nel cielo e sulla terra erompe dal profondo. Cosi l’uomo vive l’ardore della vita divina che non tollera ne limitazione, ne sosta, nel suo cammino dal tutto, puro e incontaminato, della sua Realtà, alla più lontana e miserevole forma umana.



1 1 Giovanni Vannucci, in La vita senza fine, 1a ed. Centro studi ecumenici Giovanni XXIII, Sotto il Monte (BG) ed. CENS, Milano 1985; «Portare l’amore». 24a domenica del tempo ordinario - Anno C; Pag. 186-187.

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